Diritto Civile


Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 15091 - pubb. 01/07/2010

.

Tribunale Roma, 19 Novembre 2014. .


Procedimento cautelare - Istruzione probatoria - Deformalizzazione dell'istruttoria cautelare - Necessità dell'urgenza di provvedere - Facoltà del giudice di utilizzare ogni mezzo di prova anche atipico - Utilizzo di prove formatesi fuori dal processo e fuori dal contraddittorio - Fattispecie



Nell'ambito del procedimento cautelare, l’art. 669-sexies c.p.c., ove prevede che il giudice, sentite le parti, omessa ogni formalità non essenziale al contraddittorio, procede nel modo che ritiene più opportuno agli atti di istruzione indispensabili in relazione ai presupposti e ai fini del provvedimento richiesto, e provvede con ordinanza all’accoglimento o al rigetto della domanda, consente di affermare che il legislatore abbia inteso codificare il principio di deformalizzazione dell’istruttoria cautelare che si giustifica con la necessità dell’urgenza del provvedere.

Conseguentemente, il giudice può utilizzare ogni mezzo di prova - anche atipico - al fine di formare il proprio convincimento (cautelare) con la conseguenza che può utilizzare anche prove formatesi fuori dal processo e, quindi, al di fuori del contraddittorio; in tale ottica, non può negarsi che possano essere utilizzate, ove siano affidabili e credibili, le conclusioni cui un perito di una procedura concorsuale sia pervenuto e ciò pur in assenza di una compiuta analisi di tutta la documentazione sottesa a quella perizia. (Franco Benassi) (riproduzione riservata)